"La parola: cos'altro rimane?"
"Questo imperativo (...) è lo stesso che Antonella Sbuelz si assume e rispetta nei suoi romanzi, nei quali oltre a questo rigore ideale c'è una scrupolosa e profonda analisi storica, documentazione meticolosa, ambientazioni particolareggiate e appropriate che danno luogo a narrazioni intense e coinvolgenti (...) Nella forma poetica, il discorso assume un tono più intimo, privato, e l'espressione è necessariamente più intensa, immediata, più forte ed evocatrice..."Carminati Maria, "Poesia in transito di memoria. "Transitoria", l'ultimo lavoro poetico di Antonella Sbuelz,", La Panarie, LNB, anno XLVI, Giugno 2013, n.177, p. 9-15
"Il titolo generale, Transitoria, porta in primo piano le ragioni profonde della sua scrittura, impegnata a sottrarre all'impermanenza e all'oblio gli affetti, i valori, le esistenze attraverso un esercizio della memoria sentito come dovere verso chi e ciò che è stato prezioso nella sua storia privata e nella Storia di tutti..."Turello Mario, “Transitoria” della Sbuelz: il verso che salva i valori dall’oblio", Messaggero Veneto ( Album ), 29 giugno 2011
"E' un volume ricchissimo, vario di tante sfumature che emergono nell'universo femminile alle prese con il mistero e con le improprietà del tempo (...) E' limpida, ma dominata. E' misurata, ma una sorta di cavità interiore la inghiotte e ci rilancia echi di abissi..."Davide Rondoni, Prefazione a "Transitoria"
"... potenti suggestioni (..) hanno tratteggiato l'anima di questa donna, la cui levità è pari allo spessore nel traguardare un sommessamente drammatico rapporto fra la Storia e le passioni umane..."Tosolini Marco Maria, "Il Vetaglio d'argento premia la poetica di Antonella Sbuelz", Il Gazzettino, 2 novembre 2013
"...sull'aspetto evocativo della poesia si è innestata una forte, quasi incontenibile esigenza di narrazione, di scavo psicologico, di contestualizzazione di grandi temi o di grandi nodi, soprattutto storici..."S. n. "Il ventaglio d'argento premia la scrittrice Antonella Sbuelz", Messaggero Veneto, 23 ottobre 2013
"Eventi, atmosfere, figure spesso anonime e sommesse di una sofferta ma vitalissima terra di confine rappresentano uno dei principali motivi ispiratori della poesia come dei romanzi della Sbuelz..."Gian Paolo Polesini,"L'Alda Merini ad Antonella Sbuelz", Messaggero Veneto (Cultura&Spettacoli), 14 settembre 2014
Dalla raccolta “Transitoria” ( Premio Colline di Torino, Città di Forlì, Alberona )
In punta di matita
Ma la parola no, non ti veniva.
Era rimasta danneggiata quella.
Dai tendini del collo, come un fiume,
tracimava un’urgenza di dire
in lotta furibonda col silenzio,
in lotta con la forza del pensiero,
e sillabe storpiate
-come in croce-
sgorgavano dagli occhi fatti grandi
senza trovare forma nella voce.
Allora tu impugnavi la matita
e riducevi a poche crode dure
-come urla dal fondo del mare-
Le morbide colline di parole
che avevano cullato la mia infanzia
e attutito i colpi e le cadute
quando appena imparavo a camminare.
Oggi nevica, Rita, e tira vento.
Non c’è la palma, fuori dal balcone.
Ma in questa comunione che mi resta
e nel silenzio vuoto della casa
io le raccolgo tutte,
una ad una,
e me le scaldo piano fra le dita
le parole che volevi consegnarmi,
quelle rimaste in punta di matita.
( Dalla Sezione Verbo )
Verbo
Si contorce nel bianco
rinviene
si allontana di poco
ritorna
si rovescia in un gesto di sfida
si ripudia e ritrova e scompare
vola in alto nel giallo
e si schianta
-mulinellano piume e bitume-
ed ancora si sfianca
e si annienta
in un fondo di brivido nero.
Tu l’insegui
annaspando irretita
la possiedi la giochi la perdi
e la inteneri oppure l’affondi
dentro mistiche senza officianti
e oltre i tanti suoi giochi di corte:
lei ti tenta e possiede
ti azzera
ti risorge ti genera e uccide
in un ebbro terrore dei sensi
in un unico fondo respiro
che si impagina in angeli neri.
La parola,
la santa e ruffiana
la puttana la madre la dea
la geniale l’idiota l’infame.
La parola:
cos’altro rimane?
(Premio “Donne di Monferrato”)
La poesia mi accompagna costantemente da quando avevo 7 o 8 anni. Per fortuna , una piccola parte dei quaderni su cui scrivevo da bambina e da adolescente si è persa durante i miei tanti traslochi. Per ulteriore fortuna, i quaderni sopravvissuti sono ficcati bene in fondo dentro ai cassetti. E’archeologia di sentimenti – e di forme espressive –che è bene rimanga solo mia.
Resta il fatto che la poesia è da sempre parte di me e del mio modo di stare al mondo. Eppure non mi è facile parlare della mia poesia. La poesia è un atto intimo, una sorta di messa a nudo. Parlarne equivarrebbe a un disperato tentativo di denudare qualcuno o qualcosa che si è già completamente denudato.
Posso solo tentare di dire cos’è, per me, poesia.
Contatto. Empatia. Forse sguardo (sguardo senza palpebre, come affermava Blanchot) su ciò che non si vede, e che si può solo intuire. Sgrezzamento di forme imperfette, in continui imperfetti tentativi di avvicinarsi al cuore delle cose. Credo che poesia sia tutto questo, e certamente anche molto di più.
Credo, ancora, che la poesia legga il mondo, senza possibilità di archiviare alcuna immagine o emozione; la prosa cerca invece di interpretare il mondo, di avanzarne forse qualche chiave di lettura. Anche se entrambe – poesia e prosa – possono solo suscitare domande, più che offrire risposte. ( “Scrivo perché ho domande da fare”, diceva Jonesco. “Se avessi avuto risposte, avrei fatto il politico”.)
E cosa NON è – o non è più, per me – poesia?
Non è più auscultazione di me. Non è più periplo e resa del mio personale sentire. Non è più, o è sempre meno, “IO”. Dire “IO” comincia a imbarazzarmi. Anzi, no: mi imbarazza già da tempo.
Marina Cvetaeva sosteneva che la poesia “è qualcosa, o qualcuno, che dentro di noi vuole disperatamente essere”. E’ vero. Per quanto mi riguarda, è così. “Figure di memoria” ( questo il titolo di una delle sezioni di Transitoria ) stanno prepotentemente riaffiorando alla mia memoria e alla mia attenzione, da qualche tempo. Richiedono semplicemente ascolto. Appartengono alla mia storia familiare, ma più spesso appartengono alla Storia di tutti, o perlomeno alla storia di questi ultimi cent’anni, inclusa la contemporaneità: migrazioni, guerre, resistenze individuali e collettive, profuganze, sradicamenti, strappi.
Sono “figure” vivissime, e vere.
Da qualche anno a questo parte, poesia per me sono loro.
Per chi fosse interessato, ecco i principali periodici e antologie su cui trovano spazio mie poesie o miei scritti critici sulla poesia e narrativa di altri:
Contributi critici e saggistici
• Prefazione a Il tuo corpo elettrico, di Leda Palma, Campanotto Ed., 2014
• Una memoria balbuziente. Ciò che muta, ciò che resta e ciò che non si potrà mai dire, in “Il libro della memoria e dell’oblio”, di Marina Giovannelli, Samuele Ed., 2013
• Storie di frontiera, in “La Panarie”, n.173, XLV (2012), pp. 47-54
• La genesi del sé, in “Leggendaria”, n.87 (2011), pp.57-60
• Il campo rosso fra memoria e oblio. Forme e trasformazioni del tempo nella narrativa di Giovanna Zangrandi, in “Quaderno di Italianistica 2010 dell’Università di Losanna” , ETS, 2010, pp. 121-143
• Una saga borghese dei nostri giorni, in “Il Nuovo”, 28 febbraio 2008
• Nei coni d’ombra della memoria, in “Il Nuovo”, 7 dicembre 2007
• L’altra metà della nostra terra, in “Il Nuovo”, 10 marzo 2006
• Il tallero dei sentimenti, in “Il Nuovo”, 26 maggio 2006
• Geografia di guerra, in “Il Nuovo”, 14 gennaio 2005
• Le tormentate vicende della Venezia Giulia, in “Messaggero Veneto” ( Album ), 1 febbraio 2005
• La storia continua a spaventare, in “Il Nuovo”, 11 febbraio 2005
• Storie di migrazioni e di uomini di volontà, in “Messaggero Veneto” ( Album ), 25 marzo 2005
• Anime migranti in “Il Nuovo”, 15 aprile 2005
• Un giallo sugli scricchiolii della ragione, in “Il Nuovo”, 13 maggio 2005
• Voci dalla Resistenza, in “Il Nuovo”, 22 luglio 2005
• Vite sospese, in “Il Nuovo”, 30 settembre 2005
• Quando la violenza diventa abitudine, in Messaggero Veneto” ( Album ), 5 novembre 2005
• La memoria necessaria, in “Il Nuovo”, 9 dicembre 2005
• Immagini di libertà conquistata, in “Il Nuovo”, 4 giugno 2004
• Nelle trame della vita, in “Il Nuovo”, 2 luglio 2004
• E sullo sfondo il paesaggio ferito, in “Il Nuovo”, settembre 2004
• O partigiano. Società, espressioni, linguaggi di Resistenza, in “Il Nuovo”, 22 ottobre 2004
• Partigiani. La sfida della vita, in “Il Gazzettino” , 25 ottobre 2004
• Guardare a occhi chiusi, in “Il Nuovo”, 5 novembre 2004
• E sullo sfondo il paesaggio ferito, in “Il Nuovo”, 19 novembre 2004
• Lascito minimo, in “Anterem”, n. 47, XVIII (1993), pp. 77-78
• Presenze e assenze in poesia, in “Anterem”, n. 46, XVIII (1993), pp. 32-33
• La compiutezza impossibile, in “Anterem”, n. 44, XVII (1992), pp. 5-6
• La parola e il silenzio: riflessioni sulla lettera di Lord Chandos, in “Rivista della Società Filosofica italiana”, n. 3-4, II (1991), pp. 197-199
Ha curato per alcuni anni una rubrica letteraria sulle pagine culturali del settimanale Il Nuovo.
Racconti, poesie e contributi critici su riviste e antologie:
• Brani in “Antologia dei grandi scrittori. Udine”, (a cura di Walter Tomada), Biblioteca dell’Immagine, 2012, pp. 187-192
• Io e Mafalda, in “Niente più come prima. Il passaggio del Sessantotto tra storia e memoria”, a cura di Marina Giovannelli, Kappa Vu, 2007, pp. 175-188
• Sette poesie, in “Tratti”, n. 56, XVII (2007), pp. 28-33
• Il tempo sta agli orologi come la colpa al castigo, in “Nasceremorire” , Dars, 2005, pp. 22-29 ( Trad. Inglese a cura di Antonella Pedretti)
• Livia e Giacomo in “O partigiano” , Quaderni di Menocchio, n.43, Circolo Culturale Menocchio, Pordenone, 2004, pp.29-36
• Poesie in “Autori vari. Poeti e prosatori del Friuli”, La Biblioteca del Messaggero Veneto, 2004, pp.291-310
• Girogirotondo, in “Parole di legno” , Edicolors , 2001, pp. 101-104
• Famiglia, in “ Il Galateo del telefonino” , Mobydick, 1999, pp. 44-61
• Testi, in “Voci di donne” , Savona, 1999
• Mappe a nordest, in “Provincia Pagana” , Culturaviva, Trieste, 1999
• Souvenir di Boemia, in “Contro Itaca” , Quarto Quaderno della luna, Campanotto, Udine, 1996, pp. 78-85
• La dinamica della memoria è femmina, in “Le donne della poesia. Oltre il femminile” , a cura di Domenico Cara, Laboratorio delle Arti, Milano, 1991, pp. 312-313
• Poesie, in “Antologia poetica”,a cura di F. Pedrinzani, Massa, 2001
• Vocazione alla nostalgia, in “Anterem”, n. 42, XVI, Verona, 1991, pp. 45-46
• Testi poetici, in “Anterem”, n.38, XIV (1989), pp. 30-31
• Testi poetici, in “Anterem”, n.34, XII (1987), p.61