È solo un nodo per restare a galla, solo un laccio tra il proprio corpo e il cielo.
"Un libro dalla scrittura nitida e coinvolgente, che conferma la qualità narrativa di cui Sbuelz aveva già dato prova con il suo primo romanzo Il nome nudo…"Silvana Mazzocchi, “Emma e le altre, una storia di storie”, La Repubblica, 17 marzo 2007
"E' un testo dalla doppia identità, questo "Movimento del volo " di Antonella Sbuelz (...) Un racconto storicamente documentato, con la ripercussione della Grande Storia sulle storie piccole e private..."Ermanno Paccagnini, “Scrittori d’Italia: Antonella Sbuelz. Nordest, generazioni di donne dalle due Guerre al terrorismo”, Il Corriere della sera, 4 marzo 2007
"Il movimento del volo è l'opposto della forza di gravità, che schiaccia esistenze messe all'angolo dalla guerra. Esistenze che però si ritrovano, Per volare alto."Ottolina Antonella, “Il movimento del volo. I libri della settimana”, Anna, 1 marzo 2007
E’ un romanzo “di notevole e potente curvatura storica…”Giovanni Pacchiani, “Un secolo di friulane”, Il Sole 24 Ore, 26 agosto 2007, n. 233
"Un panorama struggente di donne, sullo sfondo di tre guerre, in quel Nordest estremo così poco raccontato."Clara Sereni, fascetta editoriale e La Repubblica, 10 febbraio 2007, Almanacco dei Libri
"Un mosaico di storie che Antonella Sbuelz ha costruito con passione e grande forza narrativa…"Alessandro Mezzena Lona, “Antonella Sbuelz: il ‘900 visto con occhi di donna dal Friuli Venezia Giulia”, Il Piccolo, ( Cultura & Spettacoli ), 6 febbraio 2007
"Dovrebbe essere letto e meditato nelle scuole (… ) C’è il senso della responsabilità verso le generazione passate, come verso quelle future. Storia di storie, vita di vite… Ottimo romanzo anche per lo stile: limpido e profondo, intenso e lirico, alato."Mario Turello, "Narrazione etica della Sbuelz ne “Il movimento del volo.” Una storia di storie dal 1917 fino ai giorni nostri”, Messaggero Veneto ( Album ), 19 febbraio 2007
"Racconto sofferto e ricco di suspence delle vite di più generazioni di donne, che hanno sperato di poter “volare”, aldilà delle prescrizioni e dei ruoli a loro assegnati dalla tradizione…"Maria Paola Colucci, “Irene, la nuova Maria Zef”, Il Gazzettino, 17 marzo 2007
"L’autrice è brava a raccontare, ha la penna leggera..."Emilia Pagliano, “Al di sopra di un sogno c’è un’utopia”, Stilos, n.11, IX, 29 maggio 2007, p. 5
"E’ un piccolo gioiello della narrativa italiana… "Antonella Pergol, “Il movimento del volo”. Nel libro di Antonella Sbuelz storie e racconti del nordest", Corriere del Trentino, 1 agosto 2007
"Un'indagine appassionata e appassionante che è ricerca, che è accompagnamento, che è previsione e infine consegna di un discorso compiuto."“Il movimento del volo”, LeggereDonna, n. 123, luglio-agosto 2007, p.8
"Assieme alla Sbuelz - il cui romanzo rappresenta uno spaccato di storia del Novecento raccontato attraverso le microstorie di quattro tenaci donne friulane- finalisti nella sezione narrativa erano gli scrittori Niccolò Ammaniti e Raffaele La Capria...""Il Biblioteche di Roma ad Antonella Sbuelz", Messaggero Veneto, 5 gennaio 2008
"...ricostruisce le vicende storiche del Novecento italiano attraverso le esperienze di quattro tenaci donne friulane..."S.n., "Ancora un premio letterario per "Il movimento del volo", Messaggero Veneto ( Album), 28 agosto 2007
"Un romanzo storico compiuto e coraggioso..."Marina Giovannelli, “La storia raccontata nella lingua delle donne”, Il Nuovo, 16 febbraio 2007
Duino ( Trieste ) , 21 giugno 2003. Ore 15, 44
Mistico in contemplazione e carnivoro alla fine del pasto: è così che ogni volta mi sento, dopo l’amore con Alice.
Forte e fragile, euforico e depresso. Ma dura poco, resuscito in fretta. Anche stavolta è così.
Riprendo il controllo sulle cose, catturo i rumori attorno a me: quarta, terza, seconda… Sovrasterzo di potenza. Un motore Alfa Romeo. Mitico, senza dubbio. Sballo puro. Alimentazione singola. Doppio albero a camme in testa.
Il Buddha dimora in un carburatore doppio corpo. Certo, al posto del carburatorista è d’obbligo un accordatore di pianoforti, ma vuoi mettere la soddisfazione? Niente ABS e niente ETC, solo centocinquanta cavalli selvaggi che obbediscono alle tue mani.
Quasi come Alice, sdraiata qui accanto. Alice e un’alfa d’epoca: il paradiso. (…)
Fare l’amore con Alice acuisce le mie percezioni. E’ la terza volta che la porto qui: angolo nascosto dagli sguardi, baietta lontana dal casino, ombra e riparo da dio, il rumore del mare che la ispira.
E la ispira il mare, eccome se la ispira. Grazie, mare.(…)
Sì, fare l’amore con Alice acuisce le mie percezioni.
Terza, seconda, prima… Il motore imballato affronta in prima il tornante. Una Millecento. Probabilmente ha vissuto in garage i suoi ultimi gloriosi trent’anni. Posso vedere il guidatore anche a occhi chiusi (…)
E noi due stiamo proprio lì sotto, su quel dirupo a picco sulle onde: praticamente invisibili, ma con vista totale, perfetta. Alice ama questo angolo segreto. Lo trova romantico, lei: il mare, il sole, in alto rocce bianche, profumo di salmastro e ombra discreta, il sentiero che scende dal bosco e a tratti l’urlo roco dei gabbiani. Lei naturalmente non lo sa, che io trovo più romantica la musica divina dei motori.
Questo promette di essere interessante. Quarta… quarta ancora piena. Qualcuno arriva a manetta: una Renault millequattro, direi. Forse una Clio. In quarta piena?!
Viaggia almeno a cento, l’aspirante suicida… come pensa… ma cosa… che cosa…
Cosa aspetta ancora a scalare?!
Dalla prima guerra mondiale agli anni di piombo, quattro figure femminili ci accompagnano lungo il Novecento: storie di donne dentro la Storia, per affermare il diritto di scegliere, vivere, amare anche quando diventa difficile il pensiero stesso di poter volare: Rachele, Livia, Anna crescono e maturano mentre in Italia si consumano la carneficina della grande guerra, la lunga notte del fascismo e infine il risveglio della Resistenza e della Liberazione; Emma fa la sua scelta nel periodo più cupo della Repubblica. Quattro donne forti -colte in fasi drammatiche, cruciali, ma anche di grandi passioni e tensioni ideali- che, ognuna a suo modo, testimoniano l’incrollabile volontà di essere fino in fondo padrone del proprio destino. “Volare” talvolta richiede sofferenza e sacrificio, talvolta appare perfino impossibile, ma non ci si deve arrendere mai. Questo è il lascito delle loro esperienze, l’eredità che tramandano alla loro discendenza, come traspare nell’inaspettato ed emblematico finale, dove il misterioso filo del caso intreccia le vite di ciascuna.
Al libro sono stati assegnati i seguenti riconoscimenti:
Premio Biblioteche di Roma;
Premio Predazzo;
Premio Caterina Percoto (Ex equo con Tito Maniacco);
finalista Premio Rhegium Julii e Premio Domenico Rea.